Singapura, il gatto più piccolo al mondo
Credereste mai che un gatto così piccolo e carino sia stato perseguitato per lungo tempo?
La storia del gatto Singapura ha inizio proprio a Singapore, da cui – come si può facilmente intuire – prende il nome. A quanto pare, le sue dimensioni sono frutto di un processo, molto triste, di selezione naturale.
Si narra infatti che questi gatti non fossero molto apprezzati dagli abitanti dell’isola e per questo motivo venivano continuamente cacciati e perseguitati. Il gatto Singapura quindi ha sempre vissuto da randagio, nascondendosi di giorno per sfuggire alle persecuzioni e procacciandosi il cibo di notte. In questo triste contesto, solo gli esemplari più piccoli sopravvivevano perché erano in grado di nascondersi nei posti più stretti e angusti.
Per fortuna, nel 1970 due americani in visita a Singapore, Tommy e Hal Meadows, notarono questi piccoli felini e se ne innamorarono. Decisero così di portare negli Stati Uniti una coppia di esemplari e diedero inizio ad un programma di selezione e allevamento.
La razza Singapura, quindi, è nata ufficialmente in America ed è stata riconosciuta dalle associazioni feline nel 1980. Oggi è considerata la razza di gatto più piccola al mondo.
Caratteristiche fisiche
Le dimensioni del gatto Singapura sono veramente contenute. Basti pensare che il suo peso difficilmente supera i 2,5 kg. Tutto è proporzionato alla sua corporatura. Il corpo, di tipo semi cobby, è piccolo e compatto, le zampe sono possenti e con la muscolatura ben definita, la coda è un po’ più corta del normale e sottile. Il collo è corto e largo mentre la testa è piccola e arrotondata.
Il muso del Singapura è molto simpatico, piccolino e tondeggiante con due grandi occhi verdi contornati di nero. Le orecchie sono grandi e larghe alla base, ben erette sul capo e appuntite. Il mantello è a pelo corto, morbido e setoso, e presenta il caratteristico ticking con 3 o 4 bande di colore su ogni pelo. È ammessa solo la colorazione sable ticked tabby, cioè base avorio e ticking bruno.
Carattere
Il suo istinto da cacciatore, fondamentale in passato per la sopravvivenza, è ben sviluppato e rimane forte anche dopo l’addomesticamento. Il Singapura domestico ha tramutato questa caratteristica in una vitalità irrefrenabile.
È sempre attivo e molto vivace, ha un’energia inesauribile e trascorre le sue giornate saltando e arrampicandosi ovunque. Quando decide di fermarsi, osserva il mondo che lo circonda dall’alto e si lascia andare alle coccole degli esseri umani.
Forse perché ha sempre vissuto da randagio e per lungo tempo gli è mancato il calore umano, il Singapura si rivela un gatto domestico molto dolce. È socievole e va d’accordo con tutti, compresi i cani. In famiglia instaura un ottimo rapporto con tutti i membri e non sopporta di essere lasciato da solo.
Salute, benessere e alimentazione
Sarà anche piccolo, ma è forte come una roccia. Il Singapura gode di ottima salute e attualmente non sono stati scoperti disturbi particolari per questa razza. Il suo appetito è moderato e adeguato alla sua vitalità, ma non ha la tendenza ad ingrassare, quindi la dieta può essere molto varia.
Il pelo corto è un vantaggio in casa perché non ne perde molto e non rischia di lasciarne grosse quantità in giro. Per la manutenzione del mantello, inoltre, non sono necessarie molte cure, basta una spazzolata ogni tanto per mantenerlo pulito e lucido.
Allevamento
Il Singapura è un gatto abbastanza raro. È più diffuso negli Stati Uniti e non è semplice trovare degli esemplari con pedigree in Italia. Per questo motivo il prezzo si aggira attorno ai 1000 euro ed è soggetto ad aumento in base alla disponibilità del momento. Sono ammessi accoppiamenti solo con esemplari della stessa razza e questo tende un po’ a limitare la disponibilità di cuccioli durante l’anno.