Vaccinazioni del gatto: quali fare e quando
Sulla vaccinazione c’è sempre un gran parlare – molto spesso a vanvera – sia per gli esseri umani che più in generale per gli animali. Tuttavia, quando c’è di mezzo la salute dei nostri amici a quattro zampe, c’è poco da parlare e bisogna agire. Vaccinare il gatto è il primo vero atto d’amore a tutela della sua salute e in questo articolo vi spieghiamo perché è giusto seguire i protocolli di vaccinazione minima e quando questi vanno eseguiti.
Vaccino per gatto, perché è importante e quando farlo
I gattini appena nati non hanno un proprio sistema immunitario, ma acquisiscono gli anticorpi della mamma attraverso l’allattamento. Generalmente, la prima vaccinazione viene fatto attorno alla sedicesima settimana di vita, quando il gattino è già svezzato e non assume più il latte materno. A quel punto, inizia a sviluppare le proprie difese immunitarie che vanno stimolate anche attraverso la vaccinazione, così da mantenerlo in buona salute.
Prima di effettuare la vaccinazione, il vostro veterinario di fiducia si prenderà cura del micio per assicurarsi che sia sano e in buona salute. In altre parole, sarà compito del medico verificare che il gatto non abbia parassiti e sia ben nutrito: queste sono le condizioni essenziali per fare in modo che la vaccinazione sortisca l’effetto desiderato, ossia rafforzare le difese immunitarie.
Il vaccino trivalente
Il più importante vaccino per il gatto è il famoso trivalente, ossia quello che permette di proteggere il micio da patologie molto diffuse tra i felini: la rinotracheite (herpes virus), la calicivirosi (calici virus) e la gastroenterite virale (panlecopenia). Tutti i gatti dovrebbero essere vaccinati almeno con la trivalente, così da bloccare il più possibile l’insorgere di queste patologie.
Oltre al vaccino trivalente, ci sono altri vaccini per il gatto che il veterinario può consigliare in base allo stile di vita del micio, poiché molto utili a prevenire patologie molto gravi. Tra questi, da segnalare il vaccino contro la leucemia felina (FeLV) e la clamidiosi.
Ma ha senso vaccinare un gatto che vive in appartamento?
Questa è una delle domandi più frequenti che ci sentiamo rivolgere dagli amici Gattolici alle prime armi. La risposta è sì. Anche se i gatti che vivono in casa non hanno contatti con l’esterno e hanno meno probabilità di contrarre queste malattie, non bisogna illudersi: le malattie virali dei gatti possono essere contratte anche senza il contatto diretto con altri mici e, dunque, la vaccinazione resta sempre la soluzione più opportuna, soprattutto la trivalente.
Come dicevamo poco sopra, sarà lo stesso veterinario a consigliarvi i vaccini da effettuare in base allo stile di vita del micio. Se resta in casa, basterà anche solo la trivalente, mentre se avrà libertà d’uscita è meglio proteggerlo maggiormente.
Quanto costa effettuare il vaccino
Quando si adotta un gattino, è necessario mettere in conto di effettuare alcune spese mediche per il bene della sua salute. Generalmente, si procede alle tradizionali cure sverminanti e alle spulciazioni e poi, come detto, alle vaccinazioni. Il costo del vaccino varia da un minimo di 25 a 50 euro, ma è del tutto variabile, in base anche al tipo di farmaco utilizzato.
La vaccinazione ha dei richiami, generalmente a cadenza annuale. Anche in questo caso, però, è un dato altrettanto variabile poiché esistono dei farmaci il cui richiamo deve essere effettuato ogni due o tre anni. In questo senso, sarà il vostro veterinario a fornirvi tutte le informazioni necessarie per i richiami e annoterà tutto nel libretto sanitario del micio, così da avere anche un utile promemoria.