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Cosa fare quando muore un gatto

L’unico momento triste nella vita con un gatto è quando questo vi lascerà per sempre, lasciandovi dentro un vuoto incolmabile. Quando muore un gatto, muore anche una piccola parte di noi. Non c’è nulla di cui vergognarsi e il dolore per la perdita è così forte che potrà sembrarvi addirittura irrazionale e incomprensibile.

Ma non fatevi ingannare da chi, cercando di consolarvi, vi dirà che “era solo un gatto”. Non abbiate paura o vergogna di soffrire per la vostra perdita, perché i gatti sono un po’ come figli che non diventano mai indipendenti. Un’intera vita passata insieme condividendo larga parte delle nostre giornate, con gesti e abitudini che diventano anche un po’ nostre e che dovremo forzatamente salutare. Quando muore un gatto si vive un lutto, a tutti gli effetti. Solamente con il tempo quel dolore straziante comincerà a trasformarsi in un tenero ricordo.

La leggenda del Ponte dell’Arcobaleno

Siamo sempre più convinti che gli animali abbiano un’anima e quando un micio se ne va, ci piace pensarlo correre libero verso il Ponte dell’Arcobaleno. Si tratta di una leggenda, dalle origini assai lontane, che dice: quando un animale muore, la sua anima si incammina verso il Ponte dell’Arcobaleno che porterà alle porte del Paradiso. Lì, il vostro micio sarà di nuovo felice e potrà nuovamente correre tra alberi e colline, in piena libertà. Ma non si dimenticherà di voi, no! Vi aspetteranno lì, finché non vi riabbraccerete di nuovo, nella vita eterna.

Elaborare il lutto

Il tema della morte, per noi esseri umani, è sempre molto delicato e ci tocca spesso nel profondo, nel nostro intimo. Accettare la morte è sempre qualcosa di complicato e ognuno ha i suoi tempi e i suoi modi per farlo, tutti legittimi. Non c’è un qualcosa di giusto o sbagliato, né una regola perfetta. Ognuno lo affronta come meglio crede. L’unica cosa certa è che il tempo aiuta a metabolizzare il distacco: il dolore di oggi diventerà un dolce ricordo domani.

L’ultimo saluto

Nonostante il dolore e il senso di smarrimento davanti alla morte, la vita ci costringe a reagire e prendere velocemente delle decisioni. Tra le tante domande sul tema, quella che ci viene posta più spesso è “Quando muore un gatto dove si porta?”.

Se il micio è provvisto di microchip, bisognerà recarsi ugualmente dal veterinario per l’iter burocratico necessario. A quel punto, potreste scegliere di affidarlo proprio al medico, che andrebbe a completare le procedure per lo smaltimento, oppure optare di riportare con voi il micio per la sepoltura o la cremazione.

Quando muore un gatto, dove si porta

È possibile dare una degna sepoltura al micio nel vostro giardino di casa o in un terreno di un amico o parente, così da andarlo a trovare quando vorrete onorare il suo ricordo. In alternativa, in molti comuni italiani esistono dei veri e propri cimiteri per animali d’affezione.

Inoltre, proprio come avviene per noi esseri umani, anche i gatti possono essere cremati. Le alternative sono due: la cremazione esclusiva con restituzione delle ceneri (che possono poi essere anch’esse sotterrate) oppure quella collettiva, ossia con altri animali che hanno lasciato la vita terrena nello stesso periodo del vostro micio. In quest’ultimo caso, ovviamente, le ceneri non saranno riconsegnate (per ovvie motivazioni).

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