Erba gatta, cos’è e come riconoscerla
In tantissimi hanno sentito parlare dell’erba gatta, il cui nome scientifico è Nepeta Cataria ed appartiene alla famiglia delle Lamiaceae. Questa piantina dall’aspetto piuttosto ordinario e con un odore appena percettibile, simile alla menta, è famosa per gli effetti davvero sorprendenti che ha sul comportamento dei gatti. Da una parte c’è la cultura popolare che le attribuisce spesso proprietà curative più o meno fantasiose, dall’altra invece la scienza.
Che cos’è l’erba gatta
L’erba gatta, come ci dice il suo nome scientifico di Nepeta Cataria, viene dal latino cathus che significa “dei gatti. È una Lamiacea perenne con portamento erbaceo, appartenente alla stessa famiglia di melissa, menta, timo, maggiorana, salvia, origano e addirittura del rosmarino. A volte viene anche chiamata menta dei gatti, per via della forma delle foglie e per il leggero odore fresco.
In realtà non è l’unica pianta in grado di indurre effetti particolari sui gatti, perché anche il Teucrium Marum, noto come camedrio maro, e la Valeriana Officinalis risultano essere stimolanti per molti felini, ma con risultati meno sorprendenti.
Come si presenta l’erba gatta
L’erba gatta si presenta come una erbacea a fusto eretto, con sezione quadrata e spigolosa, che può arrivare ad altezze comprese tra 50 cm e 1 m.
L’impianto radicale ha un rizoma principale e radichette secondarie, ossia cogliendola ha una specie di tubero, orizzontale, simile ad una carota. Questa parte della pianta però non va usata, perché le concentrazioni di sostanze possono raggiungere livelli tossici.
Le foglie si riconoscono perché hanno i margini dentati e una forma a cuore leggermente arrotondato, con un picciolo lungo. Il lato superiore è verde intenso, mentre la parte rivolta in basso, di solito, è grigia tendente al bianco. Questa pianta fiorisce durante la bella stagione, nei periodi che vanno da maggio a giugno e da agosto a settembre, per produrre poi un frutto duro che è detto tetrachenio. I fiori sono piccoli e di colore bianco, tendente al violetto.
In natura, l’erba gatta cresce sui terreni sassosi. Quindi si adatta molto bene a vecchi muri, margini delle strade e bordi delle siepi. Non è però una pianta a grande diffusione lungo la penisola italiana. Se si strofinano le sue foglie fra le dita, si può sentire un odore che è simile a quello della menta, ma meno intenso.
Sostanze contenute nell’erba gatta
L’erba gatta è una pianta officinale e contiene molte sostanze e principi attivi, come cariofillene, canfora, pulegone, timolo e soprattutto nepetalattone. Ci sono poi altre sostanze in concentrazioni variabili, come flavonoidi, tannini e saponine, queste ultime contenute soprattutto nel rizoma, il che lo rende inadatto all’uso per la preparazione di tisane.
Proprietà
Anche se è nota per i suoi effetti sui felini, l’erba gatta è utile anche per l’uomo perché ha proprietà sedative, diaforetiche, ossia induce la sudorazione, antispasmodiche e antipiretiche, dovute ai tannini e all’olio essenziale.
Se ne può anche fare un infuso che stimola l’attività della cistifellea ed ha proprietà diuretiche, senza però eccedere nell’uso, per via della saponina, che nelle foglie è solitamente contenuta in tracce, ma può anche avere concentrazioni elevate dopo la bollitura.
Il suo olio essenziale è utile come repellente per gli insetti, in particolare gli scarafaggi e se particolarmente concentrato ha un effetto moschicida. I livelli di sostanze che si possono però ottenere con un semplice infuso sono lontani dalle dosi tossiche per l’uomo, se si impiegano le foglie. I preparati contro gli insetti si ottengono dal rizoma per macerazione.
L’erba gatta fa godere il micio
A quanto risulta, l’erba gatta induce nei felini effetti molto piacevoli. Non a caso, in tanti paragonano questa pianta ad una sorta di droga leggera per animali. Quando un micio si trova di fronte all’erba gatta, per prima cosa inizia ad annusarla, poi la mordicchia e dopo ci strofina sopra il muso. Questo serve per farle a rilasciare gli oli essenziali.
L’effetto è quasi immediato, perché il gatto si sdraia a terra ribaltato e inizia a rotolarsi sulla schiena e a dondolarsi, possibilmente direttamente sopra il ciuffo d’erba, a quanto pare per incrementare l’effetto.
Segue poi un momento in cui le fusa si fanno particolarmente intense, prima che il gatto scatti a quattro zampe e cominci a correre, giocare e saltare, a volte irrigidito, spesso accompagnandosi con miagolii davvero strani.
Può succedere che i livelli di eccitazione diventino talmente forti che il gatto inizi ad avere comportamenti aggressivi, lontani dal tuo modo di fare usuale. Altri gatti se vengono esposti alla Nepeta Cataria, si tranquillizzano notevolmente, fino quasi ad esserne sedati.
In alcuni casi si fa uso di questa erba essiccata e mescolata con valeriana per attirare l’attenzione del felino e spingerlo ad interagire con la pallina o col tiragraffi. Questo però non vale per tutti i gatti, perché alcuni invece si bloccano e assumono la classica posizione della sfinge, restando immobili fintantoché il giocattolo è a portata di naso.
Non tutti i mici reagiscono in maniera prevedibile agli effetti dell’erba gatta e a quanto sembra il comportamento dipende dall’età, dal sesso e da un’eventuale sterilizzazione precoce, ma anche semplicemente dal momento.
Di solito gli effetti dell’erba gatta si manifestano quasi subito, appena c’è un contatto olfattivo e durano all’incirca 10-15 minuti, ma non c’è una regola generale. Per alcuni gatti particolarmente sensibili possono prolungarsi non di poco con fasi che si alternano, compresa quella di sedazione.
Secondo alcuni studi è il nepetalattone ad essere il principale responsabile del comportamento dei gatti di fronte a questa erba, perché avrebbe una composizione analoga a quella dei feromoni prodotti dalle femmine in calore. Le posizioni degli esperti sono però contrastanti, perché non sono soltanto i maschi giovani e non castrati che risultano essere influenzati.
Quasi tutti gli studiosi che si sono dedicati all’analisi di questa pianta sono concordi nel ritenere che non produca effetti dannosi per la salute del felino, ma si possa considerare soltanto una sorta di droga ricreativa.
A quanto sembra il rischio principale è quello dell’assuefazione, per cui un gatto troppo spesso esposto a questa pianta finisce per perdere interesse. Per quanto riguarda quelli domestici, però è sempre bene domandare al veterinario se sia o meno consigliabile esporli ai suoi effetti, specie per via della vita sedentaria che fanno.
Come riconoscere la vera erba gatta
La Nepeta Cataria viene anche utilizzata in ambito veterinario, come incentivo per l’addestramento, perché molti gatti tendono ad avere un comportamento indipendente e a non tollerare ordini ed imposizioni, che semplicemente ignorano o a cui a volte rispondono in maniera molto distruttiva.
Quindi si sfruttano le sue proprietà per convincere i felini a imparare determinati comportamenti, come abituarli a una nuova cuccia oppure all’uso del tiragraffi ed in alcuni casi per stimolare i soggetti particolarmente pigri, soprattutto quelli castrati e sovrappeso che sono esposti al rischio cardiocircolatorio, a causa della loro vita sedentaria.
Attenzione però a non confondere l’erba gatta con la comune erba per gatti che si può facilmente acquistare ovunque. Quest’ultima è infatti una miscela di foglioline giovani di segale, orzo, avena oppure grano. I gatti mangiano i fili d’erba per favorire il rigurgito delle parti delle prede che non sono riusciti a inghiottire completamente, oppure per espellere dei boli di pelo.
Il suo uso in ambiente domestico ha più che altro una funzione di stabilizzazione psicologica, perché mangiare i fili d’erba rientra nei comportamenti che i felini hanno quando sono in piena salute e di cui hanno bisogno anche se sono nutriti a crocchette o con le scatolette gourmet più pregiate.